Page 741 - Giorgio Vasari
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in una tela, alcuni dei ignudi, che gli furono molto comendati; et un
quadro di Nostra Donna con due Profeti piccoli di terretta, il quale è
oggi a Castello, villa del duca Cosimo; e l'una e l'altra opera donò al
detto Lorenzo, il quale non volle mai da niuno esser vinto in esser
liberale e magnifico. Dipinse ancora un tondo di una Nostra Donna,
che è nell'udienza de' capitani di Parte Guelfa, bellissimo. A Chiusuri
in quel di Siena, luogo principale de' monaci di Monte Oliveto, dipinse
in una banda del chiostro undici storie della vita e fatti di S.
Benedetto. E da Cortona mandò dell'opere sue a Monte Pulciano, a
Foiano la tavola dell'altar maggiore che è nella Pieve, et in altri luoghi
di Valdichiana. Nella Madonna d'Orvieto, chiesa principale, finì di sua
mano la cappella, che già vi aveva cominciato fra' Giovanni da
Fiesole; nella quale fece tutte le storie della fine del mondo con
bizzarra e capriciosa invenzione: Angeli, demoni, rovine, terremuoti,
fuochi, miracoli d'anticristo, e molte altre cose simili; oltre ciò, ignudi,
scorti e molte belle figure, immaginandosi il terrore che sarà in quello
estremo e tremendo giorno. Per lo che destò l'animo a tutti quelli che
sono stati dopo lui, onde hanno poi trovato agevoli le difficultà di
quella maniera. Onde io non mi maraviglio se l'opere di Luca furono
da Michelagnolo sempre sommamente lodate, né se in alcune cose
del suo divino Giudizio, che fece nella cappella, furono da lui
gentilmente tolte in parte dall'invenzioni di Luca, come sono Angeli,
demoni, l'ordine de' cieli et altre cose, nelle quali esso Michelagnolo
immitò l'andar di Luca, come può vedere ognuno. Ritrasse Luca nella
sopra detta opera molti amici suoi e se stesso: Niccolò, Paulo e
Vitellozzo Vitelli, Giovan Paulo et Orazio Baglioni et altri, che non si
sanno i nomi. In S. Maria di Loreto dipinse a fresco nella sagrestia i
quattro Evangelisti, i quattro Dottori et altri Santi, che sono molto
belli; e di questa opera fu da papa Sisto liberalmente rimunerato.
Dicesi che essendogli stato occiso in Cortona un figliuolo che egli
amava molto, bellissimo di volto e di persona, che Luca così
addolorato lo fece spogliare ignudo e con grandissima constanza
d'animo, senza piangere o gettar lacrima lo ritrasse, per vedere
sempre che volesse, mediante l'opera delle sue mani quella che la
natura gli aveva dato e tolto la nimica fortuna. Chiamato poi dal
detto papa Sisto a lavorare nella cappella del palazzo, a concorrenza