Page 737 - Giorgio Vasari
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dire, non essendo in simili per lo più né ragione, né giudizio - lo
mandò Michelagnolo, per levarselo dinanzi allora che aveva forse
altra fantasia, a comperare de' fichi; et uscito che Iacopo fu di casa,
gli serrò Michelagnolo l'uscio dietro con animo, quando tornava, di
non gl'aprire. Tornato dunque l'Indaco di piazza, s'avvide, dopo aver
picchiato un pezzo la porta invano, che Michelagnolo non voleva
aprirgli; perché venutogli collera, prese le foglie et i fichi, e fattone
una bella distesa in sulla soglia della porta, si partì e stette molti
mesi che non volle favellare a Michelagnolo; pure finalmente
rappattumatosi gli fu più amico che mai. Finalmente, essendo vecchio
di 68 anni, si morì in Roma.
Non dissimile a Iacopo fu un suo fratello minore, chiamato per proprio
nome Francesco, e poi per soprannome anch'egli l'Indaco, che fu
similmente dipintore più che ragionevole. Non gli fu dissimile dico nel
lavorare più che mal volentieri, e nel ragionare assai; ma in questo
avanzava costui Iacopo perché sempre diceva male d'ognuno, e
l'opere di tutti gl'artefici biasimava. Costui dopo avere alcune cose
lavorate in Montepulciano, e di pittura e di terra, fece in Arezzo, per
la Compagnia della Nunziata, in una tavoletta per l'udienza, una
Nunziata et un Dio Padre in cielo, circondato da molti Angeli in forma
di putti. E nella medesima città fece la prima volta che vi andò il
Duca Alessandro, alla porta del palazzo de' signori, un arco trionfale
bellissimo con molte figure di rilievo; e parimente a concorrenza
d'altri pittori, che assai altre cose per la detta entrata del Duca
lavorarono, la prospettiva d'una comedia, che fu tenuta molto bella.
Dopo andato a Roma, quando vi si aspettava l'imperadore Carlo
Quinto, vi fece alcune figure di terra, e per il popolo romano un'arme
a fresco in Campidoglio, che fu molto lodata. Ma la miglior opera che
mai uscisse delle mani di costui, e la più lodata, fu nel palazzo de'
Medici in Roma, per la duchessa Margherita d'Austria, uno studiolo di
stucco tanto bello e con tanti ornamenti, che non è possibil veder
meglio; né credo che sia in un certo modo possibile far d'argento
quello che in questa opera l'Indaco fece di stucco. Dalle quali cose si
fa giudizio che se costui si fusse dilettato di lavorare et avesse
esercitato l'ingegno, che sarebbe riuscito eccellente. Disegnò