Page 563 - Giorgio Vasari
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Si legge nell'opera d'Antonio Filareto che Paulo fu non pure scultore
               ma valente orefice e che lavorò in parte i dodici Apostoli d'argento
               che  inanzi  al  sacco  di  Roma  si  tenevano  sopra  l'altar  della  capella
               papale, nei quali lavorò ancora Niccolò della Guardia e Pietropaulo da
               Todi,  che  furono  discepoli  di  Paulo  e  poi  ragionevoli  maestri  nella

               scultura: come si vede nelle sepolture di papa Pio II e del Terzo, nelle
               quali  sono  i  detti  duoi  pontefici  ritratti  di  naturale;  e  di  mano  dei
               medesimi si veggiono in medaglia tre imperadori et altri personaggi

               grandi, et il detto Paulo fece una statua d'un uomo armato a cavallo
               che oggi è per terra in San Piero, vicino alla cappella di Santo Andrea.
               Fu  creato  di  Paulo  Iancristoforo  romano,  che  fu  valente  scultore,  e
               sono  alcune  opere  di  sua  mano  in  Santa  Maria  [in]  Trastevere  et
               altrove.

               Chimenti Camicia, del quale non si sa altro quanto all'origine sua, se

               non  che  fu  fiorentino,  stando  al  servigio  del  re  d'Ungheria,  gli  fece
               palazzi,  giardini,  fontane,  tempii,  fortezze  et  altre  molte  muraglie
               d'importanza,  con  ornamenti,  intagli,  palchi  lavorati  et  altre  simili
               cose, che furono con molta diligenza condotti da Baccio Cellini. Dopo

               le quali opere, Chimenti, come amorevole della patria, se ne tornò a
               Firenze, et a Baccio che là si rimase, mandò, perché le desse al re,
               alcune pitture di mano di Berto linaiuolo, le quali furono in Ungheria
               tenute bellissime e da quel re molto lodate. Il qual Berto (non tacerò

               anco questo di lui) dopo aver molti quadri con bella maniera lavorati,
               che sono nelle case di molti cittadini, si morì appunto in sul fiorire,
               troncando  la  buona  speranza  che  si  aveva  di  lui.  Ma  tornando  a
               Chimenti,  egli,  stato  non  molto  tempo  in  Firenze,  se  ne  tornò  in

               Ungheria dove, continuando nel servizio del re, prese, andando su per
               il  Danubio  a  dar  disegni  di  molina,  per  la  stracchezza  un'infermità,
               che in pochi giorni lo condusse all'altra vita. L'opere di questi maestri
               furono nel 1470 in circa.

               Visse  ne'  medesimi  tempi  et  abitò  Roma  al  tempo  di  papa  Sisto
               Quarto,  Baccio  Pintelli  fiorentino,  il  qual  per  la  buona  pratica  che

               ebbe nelle cose d'architettura, meritò che il detto Papa in ogni sua
               impresa  di  fabriche  se  ne  servisse.  Fu  fatta  dunque  col  disegno  di
               costui la chiesa e convento di S. Maria del Popolo, et in quella alcune
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