Page 419 - Giorgio Vasari
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VITA DI MASOLINO PITTORE
Grandissimo veramente credo che sia il contento di coloro che si
avicinano al sommo grado della scienza in che si affaticano; e coloro
parimente che oltre al diletto e piacere che sentono virtuosamente
operando, godono qualche frutto delle loro fatiche, vivono vita senza
dubbio quieta e felicissima. E se per caso avviene che uno nel corso
felice della sua vita, caminando alla perfezzione d'una qualche
scienza o arte, sia dalla morte sopravenuto, non rimane del tutto
spenta la memoria di lui se si sarà, per conseguire il vero fine
dell'arte sua, lodevolmente affaticato. Laonde dee ciascuno quanto
può fatigare per conseguire la perfezzione, perché se ben è nel
mezzo del corso impedito, si loda in lui, se non l'opere che non ha
potuto finire, almeno l'ottima intenzione et il sollecito studio, che in
quel poco che rimane è conosciuto.
Masolino da Panicale di Valdelsa, il quale fu discepolo di Lorenzo di
Bartoluccio Ghiberti e nella sua fanciullezza bonissimo orefice e nel
lavoro delle porte il miglior rinettatore che Lorenzo avesse, fu nel fare
i panni delle figure molto destro e valente, e nel rinettare ebbe molto
buona maniera et intelligenza. Onde nel cesellare fece con più
destrezza alcune ammaccature morbidamente, così nelle membra
umane come ne' panni. Diedesi costui alla pittura d'età d'anni XIX, et
in quella si esercitò poi sempre, imparando il colorire da Gherardo
dello Starnina. Et andatosene a Roma per studiare, mentre che vi
dimorò, fece la sala di casa Orsina Vecchia in Monte Giordano; poi,
per un male che l'aria gli faceva alla testa, tornatosi a Fiorenza, fece
nel Carmine allato alla cappella del Crocifisso la figura del S. Pietro
che vi si vede ancora. La quale essendo dagli artefici lodata, fu
cagione che gli allogarono in detta chiesa la capella de' Brancacci con
le storie di S. Pietro, della quale con gran studio condusse a fine una
parte, come nella volta dove sono i quattro Vangelisti e dove Cristo
toglie dalle reti Andrea e Piero; e dopo il suo piangere il peccato
fatto, quando lo negò, et appresso la sua predicazione per convertire