Page 366 - Giorgio Vasari
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tavole di legno di tiglio, intagliando in quelle le figure, le barbe et i
capegli, con tanta pacienza, che fu a vederle una maraviglia. E dopo
queste tavole, che furono messe in Duomo, fece di marmo alcuni
profeti non molto grandi che sono nella facciata del detto Duomo;
nell'opera del quale avrebbe continuato di lavorare, se la peste, la
fame e le discordie cittadine de' Sanesi, dopo aver più volte
tumultuato, non avessero mal condotta quella città e cacciatone
Orlando Malevolti, col favore del quale era Iacopo con riputazione
adoperato nella patria.
Partito dunque da Siena, si condusse, per mezzo d'alcuni amici, a
Lucca, e quivi a Paulo Guinigi, che n'era signore, fece per la moglie
che poco inanzi era morta, nella chiesa di S. Martino una sepoltura,
nel basamento della quale condusse alcuni putti di marmo che
reggono un festone tanto pulitamente che parevano di carne, e nella
cassa posta sopra il detto basamento fece con infinita diligenza
l'immagine della moglie d'esso Paulo Guinigi che dentro vi fu sepolta,
e a' piedi d'essa fece nel medesimo sasso un cane di tondo rilievo,
per la fede da lei portata al marito. La qual cassa, partito o più tosto
cacciato che fu Paulo l'anno 1429 di Lucca, e che la città rimase
libera, fu levata di quel luogo, e per l'odio che alla memoria del
Guinigio portavano i Lucchesi, quasi del tutto rovinata. Pure la
reverenza, che portarono alla bellezza della figura e di tanti
ornamenti gli ratenne, e fu cagione che poco appresso la cassa e la
figura furono con diligenza all'entrata della porta della sagrestia
collocate, dove al presente sono e la capella del Guinigio fatta della
comunità. Iacopo intanto, avendo inteso che in Fiorenza l'Arte de'
Mercatanti di Calimara voleva dare a far di bronzo una delle porte del
tempio di S. Giovanni, dove aveva la prima lavorato, come si è detto,
Andrea Pisano, se n'era venuto a Fiorenza per farsi conoscere, atteso
massimamente che cotale lavoro si doveva allogare a chi nel fare una
di quelle storie di bronzo, avesse dato di sé e della virtù sua miglior
saggio.
Venuto dunque a Fiorenza, fece non pur il modello, ma diede finita
del tutto e pulita una molto ben condotta storia, la quale piacque
tanto, che se non avesse avuto per concorrenti gli eccellentissimi