Page 313 - Giorgio Vasari
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VITA DI DUCCIO PITTORE SANESE
Senza dubbio coloro che sono inventori d'alcuna cosa notabile hanno
grandissima parte nelle penne di chi scrive l'istorie, e ciò avviene
perché sono più osservate e con maggiore maraviglia tenute le prime
invenzioni, per lo diletto che seco porta la novità della cosa, che
quanti miglioramenti si fanno poi, da qualunque si sia, nelle cose che
si riducono all'ultima perfezzione; atteso ché se mai a niuna cosa non
si desse principio, non crescerebbono di miglioramento le parti di
mezzo e non verrebbe il fine ottimo e di bellezza maravigliosa. Meritò
dunque Duccio, pittore sanese e molto stimato, portare il vanto di
quelli che dopo lui sono stati molti anni, avendo nei pavimenti del
duomo di Siena dato principio di marmo ai rimessi delle figure di
chiaro e scuro, nelle quali oggi i moderni artefici hanno fatto le
maraviglie che in essi si veggono. Attese costui alla immitazione della
maniera vecchia, e con giudizio sanissimo diede oneste forme alle
figure, le quali espresse, eccellentissimamente nelle difficultà di tal
arte. Egli di sua mano imitando le pitture di chiaro scuro ordinò e
disegnò i principii del detto pavimento e nel Duomo fece una tavola,
che fu allora messa all'altare maggiore e poi levatane per mettervi il
tabernacolo del corpo di Cristo che al presente vi si vede. In questa
tavola, secondo che scrive Lorenzo di Bartolo Ghiberti, era una
incoronazione di Nostra Donna, lavorata quasi alla maniera greca, ma
mescolata assai con la moderna; e perché era così dipinta dalla parte
di dietro come dinanzi, essendo il detto altar maggiore spiccato
intorno intorno, dalla detta parte di dietro erano con molta diligenza
state fatte da Duccio tutte le principali storie del Testamento Nuovo,
in figure piccole molto belle. Ho cercato sapere dove oggi questa
tavola si truovi, ma non ho mai, per molta diligenza che io ci abbia
usato, potuto rinvenirla o sapere quello che Francesco di Giorgio
scultore ne facesse, quando rifece di bronzo il detto tabernacolo, e
quelli ornamenti di marmo che vi sono. Fece similmente per Siena
molte tavole in campo d'oro et una in Fiorenza in S. Trinita, dove è