Page 312 - Giorgio Vasari
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ch'in spazio di due giorni, con maggior danno dell'arte che suo, ché a
miglior luogo se n'andò, passò di questa vita; e nella pieve predetta i
S. Gimignanesi, onorandolo molto nell'essequie, diedero al corpo sua
onorata sepoltura, tenendolo in quella stessa reputazione morto che
vivo tenuto l'avevano, e non cessando per molti mesi d'appiccare
intorno al sepolcro suo epitaffii latini e vulgari, per essere
naturalmente gl'uomini di quel paese dediti alle buone lettere. Così
dunque all'oneste fatiche del Berna resero premio conveniente,
celebrando con i loro inchiostri chi gl'aveva onorati con le sue pitture.
Giovanni da Asciano, che fu creato del Berna, condusse a perfezzione
il rimanente di quell'opera, e fece in Siena nello spedale della Scala
alcune pitture e così in Fiorenza nelle case vecchie de' Medici
alcun'altre che gli diedero nome assai. Furono l'opere del Berna
sanese nel 1381. E perché, oltre a quello che si è detto, disegnò il
Berna assai commodamente e fu il primo che cominciasse a ritrarre
bene gl'animali, come fa fede una carta di sua mano che è nel nostro
libro, tutta piena di fiere di diverse ragioni, egli merita d'essere
sommamente lodato e che il suo nome sia onorato dagl'artefici. Fu
anche suo discepolo Luca di Tomè sanese, il quale dipinse in Siena e
per tutta Toscana molte opere, e particolarmente la tavola e la
capella che è in S. Domenico d'Arezzo della famiglia de' Dragomanni,
la quale capella, che è d'architettura tedesca, fu molto bene ornata,
mediante detta tavola e il lavoro che vi è in fresco, dalle mani e dal
giudizio e ingegno di Luca sanese.
FINE DELLA VITA DEL BERNA PITTORE SANESE