Page 307 - Giorgio Vasari
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onoratissimi, altri lavori assai. In Fiorenza poi dipinse l'arco sopra la
               porta  di  San  Romeo  e  lavorò  a  tempera  in  Orto  S.  Michele  una
               disputa  di  Dottori  con  Cristo  nel  tempio;  e  nel  medesimo  tempo,
               essendo state rovinate molte case per allargare la piazza de' Signori,
               et in particolare la chiesa di Santo Romolo, ella fu rifatta col disegno

               d'Agnolo,  del  quale  si  veggiono  in  detta  città  per  le  chiese  molte
               tavole di sua mano, e similmente nel dominio si riconoscono molte
               delle sue opere, le quali furono lavorate da lui con molto suo utile se

               bene lavorava più per fare come i suoi maggiori fatto avevano che
               per voglia che ne avessi, avendo egli indiritto l'animo alla mercanzia
               che  gli  era  di  migliore  utile;  come  si  vide  quando  i  figliuoli  non
               volendo  più  vivere  da  dipintori  si  diedero  del  tutto  alla  mercatura,
               tenendo per ciò casa aperta in Vinezia insieme col padre che, da un

               certo tempo in là, non lavorò se non per suo piacere e in un certo
               modo per passar tempo. In questa guisa dunque, mediante i traffichi
               e mediante l'arte sua avendo Agnolo acquistato grandissime facultà,

               morì  l'anno  sessantatreesimo  di  sua  vita  oppresso  da  una  febre
               maligna che in pochi giorni lo finì.

               Furono  suoi  discepoli  maestro  Antonio  da  Ferrara,  che  fece  in  San
               Francesco a Urbino e a Città di Castello molte bell'opere, e Stefano
               da  Verona,  il  quale  dipinse  in  fresco  perfettissimamente,  come  si
               vede in Verona sua patria in più luoghi et in Mantoa ancora in molte

               sue opere. Costui fra l'altre cose fu eccellente nel fare con bellissime
               arie i volti de' putti, delle femmine e de' vecchi, come si può vedere
               nell'opere sue, le quali furono immitate e ritratte tutte da quel Piero
               da  Perugia  miniatore,  che  miniò  tutti  i  libri  che  sono  a  Siena  in

               Duomo nella libreria di Papa Pio, e che colorì in fresco praticamente.
               Fu anche discepolo d'Agnolo Michele da Milano e Giovanni Gaddi suo
               fratello, il quale nel chiostro di Santo Spirito, dove sono gl'archetti di
               Gaddo e di Taddeo, fece la disputa di Cristo nel tempio con i Dottori,

               la purificazione della Vergine, la tentazione di Cristo nel diserto et il
               battesimo  di  Giovanni,  e  finalmente  essendo  in  espettazione
               grandissima si morì. Imparò dal medesimo Agnolo la pittura Cennino
               di Drea Cennini da Colle di Valdelsa, il quale, come affezionatissimo

               dell'arte, scrisse in un libro di sua mano i modi del lavorare a fresco,
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