Page 1886 - Giorgio Vasari
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VITA DI LIONE LIONI ARETINO E D'ALTRI SCULTORI ET
ARCHITETTI
Perché quello che si è detto sparsamente di sopra del cavalier Lione
scultore aretino si è detto incidentemente, non fia se non bene che
qui si ragioni con ordine dell'opere sue, degne veramente di essere
celebrate e di passare alla memoria degl'uomini. Costui dunque
avendo a principio atteso all'orefice e fatto in sua giovanezza molte
bell'opere, e particolarmente ritratti di naturale in conii d'acciaio per
medaglie, divenne in pochi anni in modo eccellente, che venne in
cognizione di molti prìncipi e grand'uomini, et in particolare di Carlo
Quinto imperatore, dal quale fu messo, conosciuta la sua virtù, in
opere di maggiore importanza che le medaglie non sono.
Conciò sia che fece, non molto dopo che venne in cognizione di Sua
Maestà, la statua di esso Imperatore tutta tonda di bronzo maggiore
del vivo, e quella poi con due gusci sottilissimi vestì d'una molto
gentile armatura, che se gli lieva e veste facilmente e con tanta
grazia, che chi la vede vestita non s'accorge e non può quasi credere
ch'ella sia ignuda, e quando è nuda niuno crederebbe agevolmente
ch'ella potesse così bene armarsi già mai. Questa statua posa la
gamba sinistra e con la destra calca il Furore, il quale è una statua a
giacere incatenata con la face e con arme sotto di varie sorti. Nella
base di quest'opera, la quale è oggi in Madril, sono scritte queste
parole: "Caesaris virtute Furor domitus".
Fece dopo queste statue Lione un conio grande per stampare
medaglie di Sua Maestà con il rovescio de' giganti fulminati da Giove.
Per le quali opere donò l'Imperatore a Lione un'entrata di
centocinquanta ducati l'anno in sulla Zecca di Milano, una
comodissima casa nella contrada de' Moroni, e lo fece cavaliere e di
sua famiglia con dargli molti privilegii di nobiltà per i suoi
descendenti. E mentre stette Lione con Sua Maestà in Bruselles ebbe