Page 1619 - Giorgio Vasari
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In questo tempo, essendo anco ambidue fanciulli, divennero
amicissimi Francesco e Giorgio Vasari in questo modo: l'anno 1523
passando per Arezzo Silvio Passerini cardinale di Cortona, come
legato di papa Clemente Settimo, Antonio Vasari suo parente menò
Giorgio suo figliuol maggiore a fare reverenza al Cardinale, il quale
veggendo quel putto, che allora non aveva più di nove anni, per la
diligenza di Messer Antonio da Saccone e di Messer Giovanni Polastra
eccellente poeta aretino, essere nelle prime lettere di maniera
introdotto, che sapeva a mente una gran parte dell'Eneide di Vergilio,
che gliela volle sentire recitare, e che da Guglielmo da Marzilla pittor
franzese aveva imparato a disegnare, ordinò che Antonio stesso gli
conducesse quel putto a Fiorenza; dove postolo in casa di Messer
Niccolò Vespucci cavaliere di Rodi, che stava in sulla coscia del Ponte
Vecchio, sopra la chiesa del Sepolcro, et acconciolo con Michelagnolo
Buonarruoti, venne la cosa a notizia di Francesco, che allora stava nel
chiasso di Messer Bivigliano, dove suo padre teneva una gran casa a
pigione, che riusciva il dinanzi in Vachereccia, e molti lavoranti. Onde
perché ogni simile ama il suo simile, fece tanto, che divenne amico di
esso Giorgio per mezzo di Messer Marco da Lodi gentiluomo del detto
cardinale di Cortona, il quale mostrò a Giorgio, a cui piacque molto,
un ritratto di mano di esso Francesco, il quale poco innanzi s'era
messo al dipintore con Giuliano Bugiardini.
Il Vasari intanto, non lasciando gli studii delle lettere, d'ordine del
Cardinale si tratteneva ogni giorno due ore con Ipolito et Alessandro
de' Medici, sotto il Pierio lor maestro e valentuomo. Questa amicizia
dunque contratta come di sopra fra il Vasari e Francesco, fu tale, che
durò sempre fra loro, ancor che per la concorrenza e per un suo modo
di parlare un poco altiero, che avea detto Francesco, fusse da alcuni
creduto altrimenti. Il Vasari dopo essere stato alcuni mesi con
Michelagnolo, essendo quell'eccellente uomo chiamato a Roma da
papa Clemente per dargli ordine che si cominciasse la libreria di San
Lorenzo, fu da lui, avanti che partisse, acconcio con Andrea del Sarto,
sotto el quale attendendo Giorgio a disegnare, accomodava
continuamente di nascoso dei disegni del suo maestro a Francesco,
che non aveva maggior desiderio che d'averne e studiargli come