Page 1403 - Giorgio Vasari
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non è se non grande, lodevole e molto ben condotta, per la molta
               varietà delle cose che vi sono, se ne tornarono amendue a Fiorenza
               del mese di gennaio, l'anno 1555, dove, messo mano a dipignere la
               sala  degl'Elementi,  mentre  il  Vasari  dipigneva  i  quadri  del  palco,
               Cristofano fece alcune imprese che rilegano i fregi delle travi per lo

               ritto,  nelle  quali  sono  teste  di  capricorno  e  testuggini  con  la  vela,
               imprese  di  sua  eccellenza.  Ma  quello  in  che  si  mostrò  costui
               maraviglioso furono alcuni festoni di frutte, che sono nella fregiatura

               della trave dalla parte di sotto, i quali sono tanto belli, che non si può
               veder cosa meglio colorita né più naturale, essendo massimamente
               tramezzati  da  certe  maschere,  che  tengono  in  bocca  le  legature  di
               essi festoni, delle quali non si possono veder né le più varie né le più
               bizzarre; nella qual maniera di lavori si può dire che fusse Cristofano

               superiore  a  qualunque  altro  n'ha  fatto  maggiore  e  particulare
               professione.  Ciò  fatto,  dipinse  nelle  facciate,  ma  con  i  cartoni  del
               Vasari, dove è il nascimento di Venere, alcune figure grandi et in un

               paese  molte  figurine  piccole,  che  furono  molto  ben  condotte.
               Similmente  nella  facciata  dove  gl'amori,  piccioli  fanciulletti,
               fabbricano le saette a Cupido, fece i tre Ciclopi che battono i fulmini
               per Giove; e sopra sei porte condusse a fresco sei ovati grandi con
               ornamenti  di  chiaro  scuro,  e  dentro  storie  di  bronzo  che  furono

               bellissimi. E nella medesima sala colorì un Mercurio et un Plutone fra
               le finestre, che sono parimente bellissimi. Lavorandosi poi a canto a
               questa  sala  la  camera  della  dea  Opi,  fece  nel  palco  in  fresco  le

               quattro  stagioni,  et  oltre  alle  figure  alcuni  festoni  che  per  la  loro
               varietà  e  bellezza  furono  maravigliosi;  conciò  sia  che  come  erano
               quelli della Primavera pieni di mille sorti fiori, così quelli della State
               erano fatti con una infinità di frutti e biade; quelli dell'Autunno erano
               d'uve  e  pampani,  e  quei  del  Verno  di  cipolle,  rape,  radici,  carote,

               pastinache e foglie secche, senza che egli colorì a olio nel quadro di
               mezzo, dove è il carro d'Opi, quattro leoni che lo tirano, tanto belli,
               che  non  si  può  far  meglio,  et  invero  nel  fare  animali  non  aveva

               paragone. Nella camera poi di Cerere, che è a lato a questa, fece in
               certi angoli alcuni putti e festoni belli affatto, e nel quadro del mezzo,
               dove il Vasari aveva fatto Cerere cercante Proserpina con una face di
               pino accesa e sopra un carro tirato da due serpenti, condusse molte
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