Page 2992 - Shakespeare - Vol. 3
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dal nobile Timone; chiedigli il mio denaro;
non lasciarti fermare da una debole scusa,
né zittire quando dirà,
“Ossequiami il tuo padrone” e con la mano destra
giocherà col berretto, così − ma digli
che le mie necessità lo chiedono a gran voce;
che debbo provvedere col mio; le sue cambiali
sono scadute e la fiducia che ho avuto
nelle sue promesse non mantenute
ha danneggiato il mio credito. Io lo amo e lo rispetto
ma non posso rompermi la schiena
per curargli un dito. Il mio bisogno è urgente:
mi serve denaro, non un palleggio di parole. 13
Vai! Assumi un’aria importuna, fa’ il muso
duro: temo infatti che quando
ogni piuma sarà tornata
nella propria ala, il nobile Timone,
oggi risplendente come la Fenice,
sarà un pollo spennato. 14 Vai.
CAFIS
Vado, signore.
SENATORE
“Vado, signore!” Portati dietro le cambiali,
e mettici le date. Su.
CAFIS
Lo farò, signore.
SENATORE
Vai.
[Escono]
Scena II EN
Entra Flavio, con molte fatture in mano.