Page 2657 - Shakespeare - Vol. 2
P. 2657

SERVO

          Chi devo comandare, signore?



              PANDARO
          Amico,  qui  non  ci  si  capisce.  Io  son  troppo  cortese  e  tu  troppo  accorto.  A
          richiesta di chi suonano costoro?



              SERVO
          Ora  sì  che  capisco,  signore.  Diamine,  signore,  a  richiesta  del  mio  padrone

          Paride,  che  è  lì  in  persona;  con  lui  c’è  la  Venere  mortale,  il  cuore  della
          bellezza, l’anima visibile dell’amore.



              PANDARO
          Chi, mia nipote Cressida?



              SERVO
          No, signore, Elena: non l’avete capito da ciò che ne dicevo?



              PANDARO
          Si direbbe, brav’uomo, che non hai visto la signora Cressida. Io sono qui per
          parlare  a  Paride  da  parte  del  principe  Troilo.  Farò  su  di  lui  un  assalto  di

          complimenti, perché la mia richiesta è scottante.


              SERVO

          (a parte) Un affare che bolle! Questo sì che è un modo di dire da bordello!


                                      Entrano Paride e Elena col loro seguito.



              PANDARO
          Belle  cose  a  voi,  mio  signore,  e  a  tutta  questa  bella  compagnia!  Possiate
          desiderare  cose  belle  e  in  bella  misura,  specialmente  voi,  regina  bella!  E
          siano il vostro bel cuscino una messe di bei pensieri!



              ELENA

          Caro signore, belle parole davvero.


              PANDARO
   2652   2653   2654   2655   2656   2657   2658   2659   2660   2661   2662