Page 2596 - Shakespeare - Vol. 2
P. 2596
Pazzi, da tutt’e due le parti; sì, Elena è bella
se ogni giorno vi dissanguate per rifarle il trucco!
Per questo motivo non so combattere.
È causa troppo triviale per la mia spada.
Ma tu, Pandaro − oh dèi, che cosa m’infliggete!
La via che porta a Cressida passa per Pandaro
e lui è così restio a lasciarsi sedurre a sedurla
come lei resta dura, casta se la supplico.
Apollo, dimmi, se davvero ami la tua Dafne,
chi è Cressida, chi Pandaro, chi tutti noi.
Letto di Cressida è l’India − lì giace la perla,
lei. Qui siamo a Troia e fra noi e lei
fingiamo ci sia un mare selvaggio e molto infido;
io faccio il mercante, questo Pandaro
è vela alla mia incerta speranza,
è la mia nave, la mia sola scorta.
Suoni d’allarme. Entra Enea.
ENEA
Qui, principe Troilo? E perché non sul campo?
TROILO
Perché non ci sono. Sì, ti risponde una donna,
proprio perché è da donna non essere sul campo.
C’è qualcosa di nuovo oggi dalla battaglia?
ENEA
S’è dovuto ritirare Paride, ferito.
TROILO
Da chi?
ENEA
Da Menelao.
TROILO