Page 2097 - Shakespeare - Vol. 2
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Avete capito le sue parole? Non voleva prendere la corona;
               perciò è sicuro che lui non era ambizioso.



              PRIMO PLEBEO
               Se si scopre che è così, qualcuno la pagherà caramente.



              QUARTO PLEBEO
               Pover’anima! Ha gli occhi rossi come il fuoco per il pianto.



              TERZO PLEBEO
               Non c’è a Roma un uomo più nobile di Antonio.



              QUINTO PLEBEO
               Guarda, ora riprende a parlare.



              ANTONIO
               Solo ieri la parola di Cesare avrebbe potuto reggere

               contro il mondo intero; ora egli giace lì,
               e non c’è nessuno così misero da concedergli riverenza.
               O signori, se io fossi disposto ad agitare

               i vostri cuori e le vostre menti alla rivolta e al furore,
               farei torto a Bruto, e torto a Cassio,
               i quali, voi tutti lo sapete, sono uomini d’onore.
               Non farò loro torto; preferisco fare torto
               al morto, fare torto a me stesso, e a voi,

               piuttosto che fare torto a siffatti uomini d’onore.
               Ma ecco una pergamena col sigillo di Cesare;
               l’ho trovata nel suo studio; è il suo testamento.

               Se solo il popolo udisse questo testamento,
               che, perdonatemi, io non intendo leggere,
               tutti andrebbero a baciare le ferite di Cesare morto
               e a immergere i fazzoletti nel suo sangue sacro,
               sì, e a mendicare un suo capello per ricordo,

               e, morendo, ne farebbero menzione nel testamento,
               lasciandolo come un ricco legato
               alla loro discendenza.
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