Page 3057 - Shakespeare - Vol. 1
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MERCUZIO

Gruppo? Per chi ci hai preso, per dei suonatori? Prendici pure per dei
suonatori, ma attento, sentirai solo stonature. Ecco qua l’archetto del mio
violino, ecco quello che ti farà ballare. Per Dio, “gruppo”!

     BENVOLIO

     Stiamo parlando in un luogo pubblico.
     O ci ritiriamo in qualche luogo appartato,
     O ragioniamo con calma delle nostre lagnanze,
     oppure separiamoci. Qui siamo sotto gli occhi di tutti.

     MERCUZIO

     Gli occhi degli uomini son fatti per guardare, guardino pure.
     Non mi sposto certo per i begli occhi di nessuno, io.

                                           Entra Romeo.

     T EBALDO

     Bene, la pace sia con voi, signore, ecco che arriva il mio uomo.

     MERCUZIO

     Mi possano impiccare, signore, se indossa la vostra livrea.
     Su, forza, scendete per primo in campo, vedrete come vi seguirà.
     Solo allora vostra signoria potrà chiamarlo davvero un suo “uomo”!

     T EBALDO

     Romeo, l’affetto che ti porto non mi permette di dirti
     cosa più garbata di questa: sei un farabutto!

     ROMEO

     Tebaldo, i motivi che ho per amarti
     attenuano molto la giusta rabbia suscitata
     dal tuo saluto: non sono un farabutto, e perciò addio.
     M’accorgo che non mi conosci bene.

     T EBALDO

     Ragazzo, questo non scusa le offese che mi hai fatto,
     voltati ed estrai la spada.

     ROMEO
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