Page 2239 - Shakespeare - Vol. 1
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perduta; oppure della citazione per errore di un titolo alternativo di Pene
d’amor perdute; o infine che si tratti di una invenzione del Meres per
contrapporre sei commedie alle sei tragedie shakespeariane che egli cita.
Ma nel 1953 venne alla luce un documento, parte di un elenco del 1603
stilato da un libraio di Exeter, che riaprì il problema e lo lasciò aperto fino
ad una futura e poco probabile rivelazione, perché l’elenco include sei
commedie tra le quali, oltre alla Bisbetica domata e a Molto rumore per
nulla, il nostro Loves Labor Lost e il suo misterioso compagno Loves Labor
Won, che, a meno che non si tratti di un ancor meno spiegabile malinteso,
sembra riferirsi davvero a un’opera perduta.

Testo, distribuzione, data e fonti

Troppo complessi per esporli in questa sede i problemi testuali dei due
testimoni, l’in-quarto del 1598 e l’in-folio del 1623, probabilmente derivati
da un unico manoscritto. Si rimanda alle puntuali e dettagliate trattazioni
che ne fanno i curatori delle edizioni New Penguin e Oxford citate in
bibliografia e a quella di G. Melchiori nella sua edizione per «I Meridiani» di
Mondadori.
Di fronte a tante cure dedicate con sudore e sangue dagli studiosi seri per
restituire un testo di Shakespeare, fanno ridere e piangere i dilettanti
italiani o d’altre lingue che si chiamano “spettacolisti” e credono di
risolvere questi ardui problemi parlando sempre non di testi ma di “copioni”
mutevoli come ciel d’aprile. La divisione in atti e scene, introdotta dall’in-
folio e seguita dalle edizioni moderne, e da questa traduzione, è
particolarmente artificiosa e squilibrata (l’atto V è quasi metà di tutta
l’opera), e la si riproduce per esigenze pratiche, tenendo sempre presente
che l’opera è concepita come un tutto continuo, per cui la migliore
metafora è quella della fuga musicale che la cadenza interrompe e chiude.
Per la data, l’unica certezza è che essa è anteriore alle testimonianze del
1598, e gli studiosi più recenti pongono la composizione della commedia
tra il 1592 e il 1594 (i teatri erano stati chiusi per la peste dall’estate del
primo anno a quella del secondo). Nella seconda metà del 1594 cadrebbe
la prima rappresentazione, avvenuta probabilmente in qualche teatro
privato. L’opera echeggia temi del contesto culturale e politico del tempo,
anche per quanto riguarda i vaghi riferimenti alle «cose di Francia», ma è
impossibile indicare fonti precise. La Yates ha studiato i dati che
riguardano le accademie francesi del tempo, tutte derivate dai modelli
italiani dei due secoli precedenti; e ha indicato un possibile spunto per il
progetto accademico del personaggio indicato ambiguamente nel testo ora
come Re ed ora come Duca di Navarra nel trattatello L’Académie française
di Pierre de la Primaudaye del 1577, tradotto in inglese nel 1586. Altri
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