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spunti per l’opera possono esser venuti dalla commedia dell’arte per il
subplot, o molto vagamente dalle commedie di John Lyly e da altri lavori
teatrali inglesi. Poco conclusivi e ancor meno convincenti i tentativi di
leggere l’opera come un lavoro a chiave, con allusioni a dei notabili
contemporanei come Sir Walter Raleigh, ipotetico fondatore di un club
libertino cui i critici han dato il nome di «Scuola della Notte», o come
George Chapman, Thomas Nashe e John Florio. È più saggio considerare la
commedia come una invenzione su temi rilevanti per gli interessi colti del
periodo.
Personaggi
L’oscillare del titolo (Re o Duca) del principe di Navarra (un piccolo regno
tra Francia e Spagna assorbito nel corso del ’500 dalle due maggiori
potenze), e il nome «Ferdinando» che gli è attribuito in alcune didascalie,
per il Kerrigan indicherebbero l’intenzione del drammaturgo di distinguere il
proprio personaggio fittizio dallo storico filougonotto Enrico di Navarra,
divenuto Enrico IV di Francia dopo la sua famosa conversione al
cattolicesimo (1589).
Il suo fittizio cortigiano Berowne - ma qualche curatore modifica in Biron -
secondo la Kökeritz va pronunciato Birùn con una u lunga, e difatti fa rima
con moon a IV, iii, 228-230. Ho lasciato la grafia originale nelle intestazioni
e trascritto il suono probabile quando il nome è pronunciato.
Non convince l’identificazione dell’anonima Principessa di Francia con la
storica Margherita di Valois, che incontrò a Nérac nel 1578 il suo ex marito
Enrico di Navarra. Boyet, che nella commedia è presentato come suo
consigliere, secondo il Kerrigan va pronunciato dissillabicamente Boy-yet,
ma si può ben restituirgli in questa versione il suo legittimo suono
francese. Il clown Costard (tradotto di solito con Zucca) pare indicare in
realtà una varietà di mele da cuocere, il cui equivalente italiano non esiste
a detta di contadini e fruttivendoli presso i quali ho svolto la mia indagine.
Ho tradotto Melacotta, che almeno appartiene allo stesso campo
semantico dell’originale. Il nome della villanella Jaquenette, che come
Giacometta mi sembra faccia un certo salto di classe, tradotto invece col
compromesso Giachenetta mi par conservare un po’ della strana genuinità
ed inquietante sensualità del personaggio. Secondo lo Hibbard
Shakespeare può aver derivato il nome Holofernes da quello del tutore del
Gargantua di Rabelais, ma più probabilmente il nome ha a che fare con
quello del biblico guerriero Oloferne, ucciso da Giuditta nell’omonimo libro
apocrifo, e diventato un tiranno sulle scene inglesi medievali. Ho invece
cambiato l’altro nome biblico del suo amico curato puritano, Nathaniel, in
un familiare - a orecchio italiano - popolare e comico Natalino, che mi si

