Page 1872 - Shakespeare - Vol. 1
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VALENT INO

 Tu, amico senz’arte né parte, senza fede né amore -
 tale è oggi un amico - uomo infido,
 tu hai illuso le mie speranze! Solo i miei occhi
 potevano convincermi. Ora non oso più dire
 di avere un amico al mondo: ché ci sei tu a smentirmi.
 Di chi fidarsi adesso, quando la mano destra
 è all’animo spergiura? Proteo,
 mi duole non potermi mai più fidare di te,
 e per causa tua sentirmi estraneo al mondo.
 La pugnalata d’un amico ferisce più a fondo. O tempi scellerati,
 quando fra i tuoi nemici il peggiore è un amico!

PROT EO

 Vergogna e rimorso mi attanagliano.
 Valentino, perdono! Se una sentita contrizione
 basta come riscatto dell’offesa,
 te ne faccio qui offerta: il tormento che provo
 è pari al male perpetrato.

VALENT INO

                Allora mi ritengo ripagato,
 e di bel nuovo ti reputo uomo onesto.
 Chi del pentimento non si appaga
 non sta in cielo né in terra: ché questi si ritengon soddisfatti.
 La penitenza placa l’ira dell’Eterno.
 E, a che il mio amore appaia libero e schietto,
 tutto ciò ch’era mio di Silvia a te lo dono. 68

     GIULIA

O me infelice!

                                                                    [Sviene]

     PROT EO

Soccorrete quel paggio!

     VALENT INO

Ehi, paggio! Su, birbante, che mi combini? Cosa ti prende? Apri gli occhi, di’
qualcosa!
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