Page 1787 - Shakespeare - Vol. 1
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Scena III EN

                             Entrano Antonio e Pantino. 15

ANT ONIO

 Dimmi, Pantino, di quali gravi cose ti parlava
 mio fratello, trattenendoti nel chiostro?

PANT INO

 Di suo nipote Proteo, il figliol vostro.

ANT ONIO

 Perché, che diceva di lui?

PANT INO

                Si stupiva che Vossignoria
 gli lasciasse sprecare a casa la sua giovinezza
 mentre altri, di assai minor reputazione,
 mandano i loro rampolli a far carriera lontano:
 chi in guerra, a tentarvi la fortuna,
 chi alla scoperta di isole remote,
 chi in università di chiara fama.
 In ciascuno di questi campi, se non in tutti -
 diceva lui - il vostro Proteo potrebbe farsi onore;
 per cui mi ha chiesto di sollecitarvi
 a non lasciarlo più starsene a casa:
 ché, grave d’anni, assai nuocerebbe al suo prestigio
 il non aver mai viaggiato in gioventù.

ANT ONIO

 Non occorre che ti dilunghi tanto su questo punto:
 è da un mese che mi ci sto arrovellando.
 Ho a lungo meditato sulla dissipazione del suo tempo,
 e so che mai potrà dirsi uomo completo
 senza lo studio e l’esperienza delle vie del mondo.
 L’esperienza si acquista con una vita attiva,
 per poi affinarsi nel rapido corso del tempo.
 E allora dimmi, dove farei meglio a mandarlo?

PANT INO
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