Page 1782 - Shakespeare - Vol. 1
P. 1782
Tu osi dar ricetto a scritti licenziosi?
Brigare e cospirare ai danni della mia innocenza?
Davvero, dai retta a me, hai scelto un gran bel mestiere,
e fatto su misura per una come te.
Ecco, prendi la lettera. Fa’ di rimandarla al mittente,
oppure non farti rivedere mai più.
LUCET T A
La causa dell’amore non merita la vostra esecrazione.
GIULIA
Te ne vai o no?
LUCET T A
Sol per lasciarvi alla meditazione.
Esce.
GIULIA
Eppure avrei voluto leggerla, la missiva.
Sarebbe una vergogna richiamarla di nuovo
e indurla a commettere l’indiscrezione per cui l’ho sgridata.
Che sciocca è costei! Sa bene che sono vergine:
doveva forzarmi a prender visione di quella lettera,
dal momento che le vergini, per pudore, dicon di no
a chi le corteggia, sperando che lui intenda “Sì”.
Che disdetta! Com’è imprevedibile questo assurdo amore
che, come un bimbo bizzoso, si mette a graffiare la balia
e un attimo dopo si fa piccolo piccolo, e bacia la sferza.
Ho sgridato Lucetta, scacciandola in malo modo,
quando ben volentieri l’avrei tenuta con me.
Con quale sforzo mi sono imposta le mie occhiatacce
quando un’intima gioia voleva indurmi al sorriso!
Dovrò far penitenza, e richiamare Lucetta,
e chiederle perdono per la follia di poc’anzi.
Ehilà, Lucetta!
[Rientra Lucetta]
LUCET T A
Vossignoria comanda?