Page 1566 - Shakespeare - Vol. 1
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EGEONE

 Pure, un conforto: quando il tuo discorso
 sarà finito, tutti i miei affanni
 svaniranno al calare della sera.

DUCA

 Ma raccontaci un po’, Siracusano,
 perché hai lasciato la casa e la patria
 e per quale ragione sei a Efeso.

EGEONE

 È un compito gravoso che m’imponi,
 questo dolore mio non ha parole. 2
 Ma perché il mondo sappia che è natura
 che mi condanna, non offesa o colpa,
 dirò quel poco che il dolore lascia
 che vi racconti. Nacqui a Siracusa,
 e a Siracusa avevo anche una moglie,
 che viveva per me, con me felice,
 finché il destino non ci è stato avverso.
 La vita era serena; e le ricchezze
 crescevano coi miei frequenti viaggi
 verso Epidamno. Morto un nostro agente,
 per prender cura delle tante merci
 rimaste incustodite, dalla sposa
 e dal suo affetto un giorno mi staccai,
 ma prima che passassero sei mesi
 ella stessa, che pure allor soffriva
 le pene così dolci ad ogni donna,
 aveva già deciso di seguirmi;
 e sana e salva a me si ricongiunse.
 Non passò molto tempo che divenne
 madre felice di due figli maschi,
 fra loro, strano a dirsi, così uguali
 che il nome appena poteva distinguerli. 3
 Lo stesso giorno, in quello stesso alloggio,
 una povera donna partoriva
 due gemelli, fra loro somiglianti.
 Miseri entrambi, lei e suo marito
 li cedettero a me, che li allevassi
 perché fossero servi dei miei figli.
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