Page 1358 - Shakespeare - Vol. 1
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GRUMIO
E allora raccontala tu. Ma se non mi avessi contrariato, avresti sentito
come il cavallo di lei è caduto, con lei sotto; avresti sentito in che pantano,
come si è tutta inzaccherata, 211 come lui l’ha lasciata col cavallo sopra,
come mi ha picchiato perché il cavallo era inciampato, come lei si è
trascinata nel fango per togliermi il padrone di dosso, come lui imprecava,
e lei implorava come non aveva mai fatto prima, come io piangevo, come i
cavalli sono scappati, come la sua briglia si è spezzata, come io ho perduto
la groppiera - con molte altre cose degne di memoria che ora moriranno
nell’oblio, e tu scenderai senza il loro beneficio nella tomba.
CURZIO
A sentir questa, lui è più bisbetico di lei.
GRUMIO
Sì, e lo scoprirete tu e tutti i temerari come te appena arriverà a casa. Ma
perché parlo di questo? Chiama Nataniele, Giuseppe, Nicola, Filippo,
Walter, Giulebbe e gli altri. 212 Che abbiano i capelli ben pettinati, le
giacche blu ben spazzolate e le giarrettiere non scompagnate; 213 che
facciano l’inchino con la gamba sinistra, e non si azzardino a toccare un
pelo della coda del cavallo del padrone senza essersi prima baciate le
mani. Sono tutti pronti?
CURZIO
Sì.
GRUMIO
Chiamali.
CURZIO
Ehi, mi sentite? Dovete venire incontro al padrone per far buon viso alla
padrona.
GRUMIO
Ma un viso ce l’ha anche lei.
CURZIO
E chi non lo sa?
GRUMIO