Page 1924 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1924
133 EN
Dannato sia quel cuore che il cuor mio fa gemere
per la dura ferita inflitta al mio amico e a me!
Non lo saziava forse torturare me soltanto
senza asservire a schiavitù l’amico mio più caro?
Il tuo occhio crudele me ha distolto da me stesso
e con più crudeltà hai catturato l’altro mio io:
da lui, da me, e da te io sono abbandonato,
che triplice agonia sentirsi tre volte in croce!
Chiudi il mio cuore nella cella del tuo duro petto,
ma del cuore del mio amico sia il mio cuor garante;
chiunque m’incateni, lasci il mio cuore a sua custodia
così nella mia prigione non potrai usar violenza.
Eppure lo farai, perché essendo racchiuso in te,
per forza sono tuo e tuo è tutto quel che è in me.