Page 1856 - Shakespeare - Vol. 4
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Se bronzo, pietra, terra e mare sconfinato
sono travolti dal potere spietato della morte,
come potrà opporsi la bellezza a tanta furia
se il suo vigore è pari all’anelito di un fiore?
O come potrà reggere il fresco alito d’estate
alla rovinosa stretta dei martellanti giorni,
se rocche invulnerabili non sono tanto solide
né porte d’acciaio salde al rovinar del Tempo?
O tragico pensiero! Dove, ahimè, nascondere
al forziere del Tempo il suo più bel gioiello?
Qual possente mano potrà frenarne il lesto passo?
O chi saprà vietargli lo sterminio di bellezza?
Ahimè, nessuno, se potere non avrà questo miracolo:
che in nero inchiostro l’amor mio splenda sempre luminoso.