Page 3074 - Shakespeare - Vol. 3
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più veneranda di Atene. Così
vi lascio alla protezione dei fausti dei
come ladri ai carcerieri.
FLAVIO
Inutile restare. Tutto è vano.
TIMONE
Stavo scrivendo il mio epitaffio.
Lo si vedrà domani. La mia lunga malattia
di salute e di vita comincia a guarire,
e il niente mi porta tutto. Andate,
vivete ancora. Alcibiade sia
la vostra peste, voi la sua,
e duri abbastanza a lungo.
PRIMO SENATORE
Parliamo inutilmente.
TIMONE
Eppure io amo la mia patria e non sono
uno che gode della rovina comune
come mormora la comune voce.
PRIMO SENATORE
Ben detto.
TIMONE
Ossequiatemi i miei amati compatrioti.
PRIMO SENATORE
Queste parole si addicono alle tue labbra
mentre ne escono.
SECONDO SENATORE
Ed entrano nelle nostre orecchie come
eroi vittoriosi sotto archi di trionfo.