Page 3072 - Shakespeare - Vol. 3
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Degno solo dei tuoi pari. E tu di Timone.



              PRIMO SENATORE
               I senatori di Atene ti salutano, Timone.



              TIMONE
               Li ringrazio. E li ricambierei con la peste,
               se solo potessi acchiapparla per loro.



              PRIMO SENATORE
               Oh, dimentica ciò che ci dispiace
               di averti fatto. I senatori ti chiedono,

               unanimi nell’affetto, di tornare ad Atene.
               Hanno pensato a cariche speciali
               che aspettano vuote che tu le assuma

               e le ricopra nel modo più degno.


              SECONDO SENATORE

               Confessano che l’ingratitudine verso di te
               fu troppo grande e grossolana, e lo Stato,
               che raramente torna indietro, sentendo
               in sé la mancanza dell’aiuto di Timone,

               sente insieme la colpa commessa
               nel negar lui aiuto a Timone, e addolorato
               manda noi ad esprimere il suo rammarico
               unito a una ricompensa più fruttuosa

               dell’offesa, soppesata fino all’ultimo grammo,
               a te fatta. − Sì, mucchi e somme tali
               di ricchezza e affetto che cancelleranno
               ogni suo torto e scriveranno in te

               le cifre del suo affetto perché tu possa
               leggerle tue per sempre.



              TIMONE
               Mi stregate. Mi stupite. Mi spingete sull’orlo
               delle lacrime. Prestatemi il cuore di uno sciocco

               e gli occhi di una donna, e io piangerò
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