Page 3079 - Shakespeare - Vol. 3
P. 3079
Corteggiammo del pari il trasformato Timone
con umili messaggi e con promesse
perché amasse di nuovo la nostra città.
Non tutti fummo crudeli, non tutti meritiamo
la pena comune della guerra.
PRIMO SENATORE
Queste nostre mura non furono erette
dalle mani di coloro che ti hanno fatto torto;
né i torti sono tali che queste grandi torri,
monumenti e scuole, debbano cadere
per colpe private commesse al loro interno.
SECONDO SENATORE
Né sono più tra i vivi coloro
che furono la causa prima del tuo esilio.
La vergogna per aver mancato di astuzia,
ha spezzato i loro cuori. Marcia,
nobile signore, nella nostra città
a bandiere spiegate. Con la decimazione 40
se le tue vendette hanno fame di quel cibo
che ripugna alla natura, prenditi il decimo
destinato e con l’azzardo del dado segnato
fai morire chi ha il segno.
PRIMO SENATORE
Non tutti hanno offeso. Non è giusto
vendicarsi di quelli che furono su coloro
che sono: i delitti non sono ereditari
come le terre. Caro compatriota,
fa’ dunque entrare le tue schiere
ma lascia fuori la tua ira; risparmia
la tua culla ateniese e quei congiunti
che nel vortice del tuo furore cadrebbero
con chi ha peccato. Come il pastore,
accostati all’ovile ed elimina le bestie infette
ma non ucciderle tutte.