Page 3061 - Shakespeare - Vol. 3
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chi me lo fa! Il suo occhio mi ha visto:
               a lui offrirò il mio onesto dolore.
               Lui, il mio signore, seguiterò a servire
               con la mia vita. Padrone amatissimo!



                                                  Timone viene avanti.


              TIMONE

               Via! Chi sei?



              FLAVIO
               Mi avete dimenticato, signore?



              TIMONE
               Perché lo chiedi? Ho dimenticato tutti gli uomini:
               quindi, se dici d’essere un uomo,
               ho dimenticato te.



              FLAVIO
               Un povero onesto vostro servo.




              TIMONE
               Allora non ti conosco. Non ho mai avuto
               uomini onesti intorno a me, io;
               tutti quelli che ho avuto erano canaglie
               che servivano il pranzo a farabutti.



              FLAVIO

               Gli dei sono testimoni che mai
               un povero intendente provò dolore
               più sincero, per il suo padrone rovinato,
               di quello che i miei occhi provano per voi.



              TIMONE
               Cosa? Piangi? Vieni più vicino.

               Ti amo, allora, perché sei una donna
               e ripudi la razza pietrosa del maschio
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