Page 3059 - Shakespeare - Vol. 3
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la natura apparecchia su ogni cespuglio
               tutto il suo pranzo. Bisogno? Perché?



              PRIMO BANDITO
               Noi non possiamo vivere d’erba,
               di bacche, d’acqua, come le bestie
               e gli uccelli e i pesci.




              TIMONE
               E nemmeno delle stesse bestie, degli uccelli
               e dei pesci: voi dovete mangiare uomini.
               Eppure debbo ringraziarvi perché siete
               ladri dichiarati, perché non lavorate

               sotto insegne più oneste: nelle professioni aristocratiche
               il furto non ha limiti. Poveri ladri,
               ecco dell’oro: andate, succhiate
               il subdolo sangue dell’uva finché

               la febbre alta non vi faccia
               bollire e schiumare il sangue facendovi
               sfuggire alla forca. Non fidatevi del medico:
               i suoi antidoti sono veleno

               e ammazza più uomini lui di quanti
               ne derubate voi. Prendete la borsa
               e insieme la vita. Commettete delitti,
               sì, poiché dichiarate che è il vostro lavoro.

               Ecco dei precedenti di ladrocinio: il sole è un ladro
               e con la sua potente attrazione deruba
               il vasto mare; ladra matricolata
               è la luna, e il suo pallido fuoco lo ruba

               al sole; ladro il mare la cui onda
               liquida scioglie in lacrime salate
               la luna; ladra la terra, che nutre
               e genera rubando concime agli escrementi

               universali: ladri tutto e tutti. Le leggi,
               vostro freno e frusta, nel loro duro
               potere hanno licenza di furto.
               Non amate voi stessi; su, derubatevi

               l’un l’altro. Ecco ancora dell’oro.
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