Page 3054 - Shakespeare - Vol. 3
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mondo, Apemanto, se ne avessi il potere?
APEMANTO
Lo darei alle bestie, per liberarmi degli uomini.
TIMONE
Vorresti essere travolto anche tu dalla rovina degli uomini, e rimanere bestia
tra le bestie?
APEMANTO
Sì, Timone.
TIMONE
Ambizione bestiale: gli dei ti concedano di realizzarla. Se tu fossi leone, la
volpe ti ingannerebbe; se fossi agnello, la volpe ti mangerebbe; se fossi
volpe, il leone sospetterebbe di te, ove per caso fossi accusato dall’asino; se
fossi asino, la tua stupidità ti tormenterebbe, e vivresti soltanto per far da
colazione al lupo; se fossi lupo, la tua avidità ti farebbe soffrire e spesso
rischieresti la vita per procurarti un pasto; se fossi unicorno, l’orgoglio e l’ira ti
rovinerebbero e ti renderebbero preda della tua stessa furia; se fossi orso,
saresti sbranato dal cavallo; se fossi cavallo, saresti azzannato dal leopardo;
se fossi leopardo, saresti germano al leone e le sue macchie ti
condannerebbero a morte. Tutta la tua salvezza sarebbe nella fuga e tutta la
tua difesa nell’assenza. Che bestia saresti, se non schiava di una bestia? E
che bestia sei già, se non vedi la tua fine in questa metamorfosi!
APEMANTO
Se mai tu potessi piacermi parlandomi, qui ci avresti azzeccato. Lo stato di
Atene è diventato una giungla di bestie.
TIMONE
Come ha fatto l’asino a rompere le mura, visto che tu sei uscito dalla città?
APEMANTO
Laggiù stanno arrivando un poeta e un pittore. La peste della compagnia ti
venga addosso! Io ho paura di prendermela e me ne vado. Quando non saprò
che altro fare, ti vedrò di nuovo.