Page 2978 - Shakespeare - Vol. 3
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Vengo con voi.
[Escono]
Scena II EN
Fragoroso suono di oboe. Viene servito un grande banchetto; poi entrano
Timone, Nobili e Senatori; Ventidio, che Timone ha riscattato dalla prigione;
Lucullo e Alcibiade. Intendente e altri Servi. Poi, dopo tutti gli altri, viene
Apemanto, scontento, secondo il suo costume.
VENTIDIO
Onoratissimo Timone, è piaciuto agli dei
ricordare l’età di mio padre e chiamarlo
a una lunga pace. Se ne è andato felice
e mi ha lasciato ricco. E allora,
poiché la gratitudine mi lega al vostro
cuore generoso, restituisco quei talenti,
raddoppiati di grazie e servigi, a colui
dal cui aiuto ho tratto la libertà.
TIMONE
No davvero, onesto Ventidio.
Fraintendete il mio affetto; l’ho dato sempre
liberamente, e nessuno può dire
d’aver veramente dato, se riceve.
I nostri superiori giochino pure
a quel gioco: noi non dobbiamo osare
di imitarli: nei ricchi, le colpe sono virtù.
VENTIDIO
Nobile spirito!
TIMONE
Le cerimonie, signori, furono inventate
per dare lustro ad azioni grigie,
benvenuti vuoti, generosità ritrosa
spiacente prima ancora di mostrarsi; ma dove