Page 2065 - Shakespeare - Vol. 3
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Non ho parole, la voce
               è la mia spada, non c’è lingua per dire
               l’abominio che sei.


                                                  Combattono. Allarmi.



              MACBETH
                               Sprechi fatica.

               Non puoi tirarmi sangue, sarebbe più facile
               con quella spada pizzuta intaccare
               l’aria invulnerabile. La tua lama
               sbattila sopra gli elmi che si bucano,

               io ho una vita stregata che non cede
               a un uomo nato da donna.



              MACDUFF
                               Allora dispera
               del tuo sortilegio, e fatti dire dall’angelo,

               quello che hai sempre servito, che Macduff
               venne strappato prematuro dal grembo
               di sua madre.



              MACBETH
               Maledetta la lingua che lo dice;
               ha spaventato il mio lato migliore;

               e nessuno più creda a questi demoni
               impostori che imbrogliano
               col doppio senso, mantengono
               parola di promessa al nostro orecchio

               e la rompono alla speranza.
               Non voglio battermi con te.



              MACDUFF
               Allora arrenditi, codardo,
               e vivi per essere il visibilio del tempo.
               Ti pianteremo dipinto su un palo come

               i portenti più rari, e con la scritta:
               «Qui vedete il tiranno».
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