Page 2309 - Shakespeare - Vol. 2
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affiorare alternativamente, coi medesimi personaggi in funzioni diverse. I
perni dell’azione sono i tre appuntamenti beffardi di Falstaff, ed essi sono
immersi nello sviluppo corale dei due altri intrighi, risolti in un’agnizione
simultanea dalle ricche connotazioni. Giocando d’ironia più abilmente e
sottilmente delle sue ipotetiche fonti narrative italiane con la loro scoverta
amoralità sessuale, Shakespeare inventa una commedia d’ambiente inglese
che, al suo solito, permette fruizioni diverse su due piani. Il primo è quello
che di solito è colto dai critici, il piano superficiale, gaio, esilarante e farsesco
dell’azione esterna o del punto di vista di Windsor: le mogli che possono
essere insieme allegre e oneste, la lussuria venale dell’intruso frustrata e
punita, e insieme curata la gelosia di Ford e sventate le trame dei Page per
malmaritare la figlia; si tratterebbe, come dice il Craik, di una parabola gaia,
senza moralismi sentenziosi o seriosità inappropriate, ma con un messaggio
ben preciso, esemplificato nella sana vita della provincia: celebrazione delle
virtù borghesi, del matrimonio, della famiglia e della gerarchia d’uno stato
ben ordinato e meglio diretto. Niente dunque satira o ironia cattive,
nient’altro che gente normalissima come i Ford e i Page, e innocui personaggi
“eccentrici” di contorno, in una «commedia di perdono e di riconciliazione» e
non «di punizione e di smascheramento sardonico».
Ma una ben diversa lettura, che ho tentato di esporre nella prefazione,
s’impone ad un livello appena più profondo: che tenga in conto l’azione
linguistica, la centralità o foregrounding (messa in primo piano) del
linguaggio, la vera natura dei caratteri, l’ironia delle situazioni, la complessità
dei motivi (basta, per esempio, qualche riflessione di Falstaff per comunicarci
che dopotutto egli gioca le sue ultime chances ed è ormai, per così dire,
cosciente di essere nel braccetto della morte), le risonanze intertestuali, e il
combinarsi di questi elementi in un effetto e in un senso complessivi.
Traduzione
Le traduzioni in altre lingue che io conosco sono del tutto insoddisfacenti,
massime per il fatto che si sforzano di rendere il contenuto e trascurano quasi
del tutto la forma, cioè quel mirabile vernacolo le cui avventure e
disavventure sono parte inseparabile dello spirito, dell’azione, dei caratteri, e
dell’efficacia teatrale e letteraria dell’opera. Per limitarmi alle cose di casa,
non v’è dubbio che le “feste del linguaggio” che sono le commedie di
Shakespeare risultano difficilmente traducibili nella nostra quasi spenta lingua
di oggi. E non perché, come si suol dire, “il comico invecchia prima del
tragico”, ma per la grande diversità della tradizione comica italiana, almeno