Page 2147 - Shakespeare - Vol. 2
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Non è il compito di un amico, mio signore.
                                                                                Ancora tamburi e trombe.



              CLITO
               Fuggi, fuggi, mio signore, non è tempo di indugiare qui.



              BRUTO
               Addio a te; e a te; e a te, Volunnio.
               Stratone, hai dormito tutto questo tempo;

               addio anche a te, Stratone. Compatrioti,
               il mio cuore gioisce perché in tutta la mia vita
               non ho mai trovato uomo che non mi sia stato fedele.
               Avrò più gloria da questo giorno di sconfitta

               di quanta Ottaviano e Marc’Antonio
               otterranno con questa loro infame vittoria.
               Così addio, in fretta, perché la lingua di Bruto
               ha quasi terminato la storia della sua vita.

               La notte incombe sui miei occhi; le mie ossa chiedono
               riposo, dopo aver faticato per raggiungere quest’ora.
                                                   Trombe e tamburi. Urli di “Fuggi, fuggi, fuggi!”.



              CLITO
          Fuggi, mio signore, fuggi!



              BRUTO
          Andate via! Vi seguirò.

                                                                    Escono Clito, Dardanio e Volunnio.
               Ti prego, Stratone, resta con il tuo signore.
               Tu sei un uomo di buona reputazione;
               la tua vita possiede il sapore dell’onore.

               Reggi dunque la mia spada, e volta la faccia,
               mentre mi ci getto sopra. Lo farai, Stratone?



              STRATONE
               Dammi la mano prima. Addio, mio signore.



              BRUTO
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