Page 932 - Shakespeare - Vol. 1
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luce del giorno trova sfogo il furore omicida del tiranno: nella decapitazione
di Hastings, dei parenti ed alleati della regina, di Buckingham. Per una
sadica ironia, Riccardo fissa il calendario delle sue mostruose stragi in
relazione alle pause naturali della giornata e alle ore dei suoi pasti. Vuol
vedere la testa mozzata di Hastings prima d’andare a pranzo, e chiede a
Tyrrel un resoconto dettagliato dell’assassinio dei nipoti dopo cena, prima
di coricarsi. E ad ogni impresa realizzata, egli la commenta in brevi cinici
soliloqui, compiendo un consuntivo dell’opera eseguita e un preventivo di
ciò che resta da fare.
Eccettuati i sicari prezzolati da Riccardo, prima per l’uccisione di Clarence e
poi per quella dei principi nella Torre, in cui già si manifesta la curiosità di
Shakespeare per quella che può chiamarsi la «fenomenologia della
marginalità» (in questo caso, per la psicologia dei carnefici), il popolo
cittadino nel dramma appare in una luce piuttosto sbiadita e obliqua.
Tranne che nella scena terza dell’atto secondo e nella relazione di
Buckingham sul comportamento dei cittadini nella assemblea della
Guildhall, esso è assente del tutto o quanto meno soltanto soggetto di
presentimenti pessimistici, sgomento e reticenza. La mostruosità morale
del protagonista, sottolineata dagli attributi animali affibbiatigli dalle
regine, specialmente da Margherita (rospo velenoso, ragno, maiale, vipera)
fa impallidire e getta in ombra ogni altro carattere individuale.
La struttura compatta del dramma, privo di intreccio secondario o subplot e
simmetricamente articolato, ha un saldo impianto nelle fonti cronachistiche
risalenti, come s’è detto, anzitutto alla History di Thomas More. Sono stati
indicati dalla critica modelli, sia senechiani sia marloviani, nello stile outré
dell’opera. E. Jones ha recentemente giudicata profonda e decisiva
l’influenza della «Spanish Tragedy» di Kyd, particolarmente per la
molteplicità delle visioni, dei sogni e delle profezie nel dramma
shakespeariano, e in particolare per l’influenza del personaggio di
Hieronimo su quello della regina Margherita, come incarnazione insieme
della memoria del passato e della profezia del futuro. 22
Alquanto anomalo appare l’atto secondo, gravido di corali presentimenti
della usurpazione o, comunque, di torbidi civili, ma estremamente breve in
confronto al primo e al quarto, ed anche più breve del quinto. Questo è
tutto occupato dai preliminari di Bosworth, dalle visioni, da alcuni critici
giudicate spurie, che appaiono in sogno a Riccardo ed a Richmond, dalle
«Orazioni» dei due avversari alle loro truppe e dallo scontro in cui il
sovrano York perde il cavallo, il regno e la vita stessa con le armi in pugno,
esaltando nel coraggio finale l’unica virtù del suo carattere diabolico.
Ogni atto è segnato dalla morte tragica d’uno o più personaggi. Nel primo
atto, in cui sono presentati tutti i personaggi principali tranne Richmond, e
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