Page 779 - Shakespeare - Vol. 1
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GLOUCEST ER Lo pugnala.
Non ascolterò più; muori, profeta, mentre sproloqui.
Anche per questo, tra l’altro, fui destinato.
RE ENRICO
Sì, e per massacri ben maggiori di questo,
Dio perdoni i miei peccati e ti assolva!
Muore.
GLOUCEST ER
Come, il sangue eletto dei Lancaster
cola per terra? Pensavo che sarebbe asceso.
Vedi come la mia lama piange per la morte del povero re!
Che sempre siano versate lacrime così purpuree
da coloro che si augurano la caduta della nostra casata!
Se rimane ancora una scintilla di vita, giù, giù,
all’inferno, e dillo che sono stato io a mandarti.
Lo pugnala ancora.
Io, che non ho né pietà, né amore, né paura.
È proprio vero quello che Enrico ha raccontato,
perché ho udito spesso dire a mia madre
che io venni al mondo tirato per i piedi.
Non avevo ragione, eh, a fare in fretta
e a cercare la rovina di chi usurpava i nostri diritti?
La levatrice si stupì e le donne gridarono,
“Gesù ci benedica, è nato con i denti!”.
E così fu, il che aveva il significato evidente
che io avrei ringhiato, morso, e fatto il cane.
Dunque, poiché il cielo ha plasmato così il mio corpo,
che l’inferno, in risposta, renda deforme la mia mente.
Non ebbi un padre, non ho nulla del padre;
non ho fratelli, non ho nulla del fratello;
e la parola “amore”, che le barbe grigie chiamano divina,
risieda negli uomini simili tra di loro,
e non in me: io sono solo me stesso.
Clarence, sta’ attento: tu mi tieni lontano dalla luce;
ma io ti preparerò un giorno nero come la pece,
perché farò ronzare profezie tali
che Edoardo proverà timore per la sua vita,
e poi, per cauterizzare i suoi timori, sarò la tua morte.