Page 621 - Galileo. Scienziato e umanista.
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185  Maria Celeste a Galileo, 26 ottobre 1630, in Sobel [2001], p. 125; OG 14, p.

                155; Guiducci a Castelli, 26 ottobre 1630, a proposito della morte del «contadino» di
                Galileo; in Castelli [1988], pp. 115-16; Nussdorfer [1992], pp. 145-61.
                    186
                        Galilei [1632, 1998], pp. 32-34; Castelli a Galileo, 24 agosto e 30 novembre
                1630 (OG 14, pp. 135, 169).
                    187  Caterina Niccolini a Galileo, 19 ottobre e 12 novembre 1630 (OG 14, pp. 157,

                167); Castelli a Galileo, 21 settembre 1630 (OG 14, p. 150); Galilei [1632, 1998], pp.

                36-37.
                    188   Niccoloni  a  Cioli,  19  e  17  maggio  1631  (OG  14,  pp.  251,  261);  Riccardi  a

                Niccolini, 25 aprile 1631 (OG 14, p. 254), e a Egidi, 24 maggio 1631, in Galilei [1632,
                1998], p. 39 citaz.

                    189
                        Galilei [1632, 1998], pp. 39-42.
                    190  Galileo a Diodati, 16 agosto 1631 (OG 14, p. 289); Maria Luisa Altieri Biagi,

                in Galilei [1632, 1998], p. 828.
                    191
                        OG 7, pp. 29-30.
                    192
                        OG 7, pp. 488-89.
                    193  Galilei [1632, 1998], pp. 888-902, 901 citaz., dove si cita Oreggi, De deo uno

                [1629], pp. 193-195. Cfr. Battistini [1978], p. 326, supra, cap. VI, § 1.
                    194   Nel  presentare  una  congettura  sulla  natura  delle  code  delle  comete  nel

                Saggiatore,  Galileo  aveva  osservato  che  «altri  [argomenti]  ne  potrei  arrecare  e  che

                forse molti altri ce ne sono in natura, inescogitabili a noi» (OG 6, p. 291). Non avrebbe
                potuto fare un’affermazione del genere alla fine del Dialogo: era incerto circa la natura

                delle code delle comete, ma non a proposito delle maree.
                    195
                        L’insistenza di Galileo nel reclamare la propria innocenza appare evidente nelle
                sue lettere a Fabri de Peiresc, 21 febbraio 1635, e a Diodati, 7 marzo 1634; Speller
                [2008], pp. 346-47.

                    196  Micanzio a Galileo, 15 maggio 1632 (OG 14, p. 350), che cita quasi alla lettere
                1 Re  10,20:  «una  cosa  simile  non  si  era  mai  fatta  in  nessun  regno».  Cfr.  Battistini

                [1978], pp. 318-27 e [1980], p. 421.
                    197
                        Castelli a Galileo, 29 maggio 1632 (OG 14, pp. 357-58); Shea e Artigas [2003],
                p. 161.
                    198  Riccardi all’inquisitore di Firenze, 25 luglio 1632 (OG 20, pp. 571-72).

                    199
                        Naudé, citato in Rietbergen [2006], p. 372; Naudé a Gassendi, aprile 1633 (OG
                15, pp. 87-88); Michele Camerota [2005], pp. 47-48.
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