Page 558 - Galileo. Scienziato e umanista.
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un molare     172 . Esistono reliquie sufficienti a rifornire le chiese di
                Venezia,  Padova,  Firenze  e  Roma  presso  le  quali  Galileo  era

                solito recarsi a pregare. C’è anche l’inizio di una liturgia in un
                sonetto  ispirato  dalla  contemplazione  del  «dito  del  gran

                Galileo»    173 .
                    Si potrebbe obiettare che Galileo non fece miracoli. Ma quali

                furono,  allora,  i  miracoli  di  Tommaso  d’Aquino?  Di  fatto,

                Galileo fece un miracolo stupendo: distrusse l’antica distinzione
                tra  regni  terrestre  e  celeste,  sollevò  la  Terra  in  cielo,  rese  i

                pianeti  tante  Terre  e  rivelò  che  la  nostra  Luna  non  è  unica
                nell’universo. Non c’era stato un restyling del genere dai tempi

                della creazione. E poi ci fu il miracolo di lui stesso, una rara
                combinazione  di  talenti  e  di  personalità,  che  nonostante  la

                smania e la depressione, l’artrite, la gotta, l’ernia, la cecità e gli
                eccessi con il vino, e l’umorismo, visse abbastanza per scrivere

                tre libri – il Nuncius, il Dialogo e i Discorsi – ognuno dei quali
                gli avrebbe dato una fama imperitura.

                    Secondo  la  meccanica  di  Galileo,  la  piú  piccola  forza  può
                muovere  il  piú  grande  peso,  in  un  tempo  sufficiente.  La

                direzione  del  moto  è  chiara:  chi  può  dubitare  che  entro  i
                prossimi 400 anni la Chiesa riconoscerà i doni divini di Galileo,

                riparerà alle sue sofferenze, ignorerà la sua arroganza e lo farà

                santo?
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