Page 102 - Piergiorgio Odifreddi - Hai vinto, Galileo! La vita, il pensiero, il dibattito su scienza e fede.
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     Viste le premesse, non stupisce che Il Saggiatore
                sia  sostanzialmente  un  libro  memorabile  per  non
                esserlo, soprattutto per la sua livorosa difesa di errate
                posizioni scientifiche.  Ad  esempio,  che  una  cometa
                «si possa più tosto chiamare un pianeta dipinto, che
                reale»  (18).  O  che  il  suo  moto  debba
                «necessariamente  esser  retto,  e  perpendicolare  alla
                superficie  terrestre»  (19).  O  che  essa  sia  «un
                simulacro»  come  le  riflessioni  e  rifrazioni  che
                avvengono «in vapori, in nuvole rare e non acquose,
                ed  in  quelle  che  già  risolvono  in  minute  gocciole,
                nelle acque stagnanti, negli specchi ed altre materie»
                (21).  O  che  ci  possa  «esser  sopra  le  regioni
                elementari  alcuna  materia  di  più  lunga  durazione
                delle  nubi,  della  caligine,  della  pioggia  cadente  in
                minute stille, o d’altre materie elementari, sì che la
                reflessione o refrazzion del Sole fatta in quelle ci si
                mostri  più  lungamente  dell’iride,  de’  parelii,
                dell’alone» (27).
                     Se  ciò  nonostante  il  libro  rimane  uno  dei  più
                citati di Galileo, è perché dal pantano della polemica
                sulle  comete  si  possono  estrarre  alcune  perle
                letterarie.  Prima  fra  tutte  questa,  che  riprende
                magistralmente                   la       metafora              medievale              e
                rinascimentale del mondo come libro, e non a caso è
                una delle pagine più note di Galileo (6):
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