Page 212 - Enciclopedia degli artisti contemporanei.
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Molteni Alvaro Montalto Filippo
Evidente è quel rigore tipico di tutta la sua ricerca, un rigore
mai pesante o arrogante, che però qui si concede qualche liber-
tà in più, affidando ad un segno curvilineo il compito di dare
maggiore liricità al suo pensiero e al suo narrare pittorico.
La costruzione delle prospettive nello spazio, la libertà che si
percepisce ampia e appassionata, i fondi-cielo che trasgredisco-
no i colori piatti dell’astrazione geometrica sono caratteristiche
specifiche di questi anni. Saranno inoltre una sorpresa per tutti
le opere bianco-su-bianco e i dipinti in cui sono inseriti dei led
che generano interessanti effetti.
Montalbano Paolo
(Abu Marco) Selborne a Pennington - Natal-South Africa - 1992
coll. Pretoria Art Museum - inv. n° 94/15
Filippo Montalto è nato nel 1929 a Francofonte in provin-
cia di Siracusa. Da autodidatta, si cimenta in tutte le forme
d’arte, dall’olio all’acquerello, dalla modellatura in creta alle
fusioni in bronzo, (da quattro generazioni i Montalto/Cul-
trera esercitano nell’arte). Per approfondire gli studi tecnici
sull’incisione e la calcografia si reca ad Urbino.
Inizia la sua attività espositiva negli anni cinquanta con il
gruppo di Giovani Pittori Bustesi. Frequenta gli studi degli
amici Angelo Bottigelli e Umberto Montini.
Per varie volte espone in personali a Roma, Firenze, Venezia,
Bergamo, Busto Arsizio, Ragusa, Francoforte, Castellanza,
Melbourne, Legnano, Sant’Elpidio a Mare, Varese. Invitato
a New York, partecipa al 75° e 76° festival di Musica e Arte
di Saltaire.
Numerose le partecipazioni a rassegne, collettive e premi in
Italia ed all’estero, sempre ottenendo riconoscimenti e suc-
dedicato a “Mamma Africa” acrilico 100 x 100 cesso di pubblico e di critica.
...I paesaggi di Montalbano sono i paesaggi della terra dei
Padri, i paesaggi arcaici che uniscono le religioni del Libro,
le terre dove Abramo udiva i richiami del Signore...
Queste terre rocciose e aride, che richiamano visivamente
i luoghi dove Montalbano è cresciuto, diventano spazi si-
lenziosi e misteriosi, attraversati da cammelli enigmatici e
solenni come monumenti di civiltà scomparse, le palme di-
ventano frammenti di una memoria che rievoca racconti di
ere lontane, le colline riarse del deserto si riempiono della
luce irreale di una luna che sembra unire allegoricamente
l’umano e l’ultraterreno...
...L’autore mescola pertanto le componenti pittoriche e og-
gettuali del suo lavoro, ritornando alle sue precedenti espe-
rienze analitiche e costruttive, dove l’astrazione in scultura
era declinata per avvicinarsi all’architettura e al design, in
quell’apertura ambientale dove l’opera occupa anche meta-
foricamente lo spazio che la contiene.
Montalbano utilizza così una soluzione tridimensionale per
ridare senso ad un archetipo millenario centrato nel cuore
della devozione degli antichi padri, rinnova una figura sim-
bolica divenuta vivente nel nuovo sogno di una Scala innal-
zata su una terra ferita per unire i contrasti, edificata come
una speranza per la salvezza dei popoli e per il futuro della
Omero - Iliade - Libro Primo -5° Riga - 2002
loro terra comune. coll. Pinacoteca Civica di Castellanza Prot. 18799
Lorenzo Canova
202 D’Arte