Page 1862 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1862

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               Quando sarò morto, soffoca il tuo pianto

               quando il mesto rintocco della lugubre campana
               farà sapere al mondo che me ne sono andato
               da questa vile terra in pasto a vermi ancor più vili:
               no, se leggerai queste righe, non ricordare

               la mano che le scrisse; io ti voglio così bene
               che vorrei sentirmi assente dai tuoi dolci pensieri
               se il ricordo mio ti dovesse dar malinconia.
               O se i tuoi occhi ricadran su questi versi

               quand’io sarò confuso con la terra,
               non rinnovar, ti prego, il povero mio nome,
               ma lascia che il tuo amore insieme a me si spenga:
                               per tema che il dotto mondo scruti nel tuo pianto

                               e si burli di noi quando sarò morto.
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