Page 1842 - Shakespeare - Vol. 4
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               Perciò l’amor mio scusi la colpa d’esser lento

               del mio pigro animale quando m’allontano:
               perché dovrei affrettarmi dal luogo ove tu sei?
               Non serve cavalcar veloce fino al mio ritorno.
               Che scusa troverà la mia povera bestia allora

               quando il rapido suo andar mi sembrerà indolenza?
               Darei forte di sprone se cavalcassi il vento,
               sarei sempre fermo anche se fossi alato:
               nessun destriero uguaglia il passo del mio ardore.

               Perciò questo desio fatto d’amor purissimo
               e privo della carne, galopperà annitrendo;
               ma per amor l’amore indulgerà col mio ronzino:
                               se allontanandosi da te andò volutamente adagio,

                               tornando a te io correrò e lascerò lui al passo.
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