Page 2331 - Shakespeare - Vol. 3
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Servitemi stanotte,
               forse è la fine del vostro servizio,
               magari non mi vedrete più, oppure
               come un’ombra sconosciuta. Forse domani

               servirete altro padrone. Vi guardo
               come chi prende congedo. Onesti amici,
               io non vi scaccio, ma come un padrone
               sposato al vostro buon servizio, resto

               fino alla morte. Servitemi due ore,
               questa notte, altro non chiedo,
               e che gli dei ve ne rendano merito!



              ENOBARBO
               Perché mai, signore, turbarli così?
               Guardate, piangono, ed io, asino,

               ho gli occhi di cipolla! Vergogna,
               non trasformateci in donnette.



              ANTONIO
                               Oh, oh!
               Il diavolo mi porti, se lo volevo!

               Grazia divina cresce dove cadono
               quelle gocce, amici di buon cuore:
               mi prendete in senso troppo doloroso,
               io vi parlavo per incoraggiarvi, volevo

               che infiammaste di torce questa notte.
               Sappiate, cari amici, che per domani
               ho grandi speranze, e vi guiderò
               dove mi aspetto piuttosto vita vittoriosa

               e gloria, non già morte. A cena, su,
               andiamo, e affoghiamo i pensieri.
                                                                                                      (Escono.)



                                                    Scena III         EN



                                           (La stessa. Davanti al palazzo.)
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