Page 1369 - Shakespeare - Vol. 3
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     il mio signore? Va’ da lui, buon amico,
               lo giuro sul cielo, non so come l’ho perso.
               Ecco, mi inginocchio,       205  e se mai di proposito        206
               ho trasgredito contro il suo amore
               o col pensiero o con azioni; se mai
               i miei occhi, orecchi o altri sensi
               si sono dilettati d’un altro aspetto;
               se in passato, ora o nel futuro
               non è sempre il mio unico amore
               (anche se mi scaccia come una mendicante)
               la pace mi abbandoni! La crudeltà può molto,
               e la sua può distrugger la mia vita,
               ma non incrinare l’amor mio. Io non so dire
               «puttana» − mi ripugna ora che lo dico −
               e all’atto che procura quell’appellativo            207
               non potrebbero indurmi tutte le vanità del mondo.
              IAGO
               Calmatevi, vi prego; è d’umore
               balzano, lo assillano affari di stato,
               e se la prende con voi.
              DESDEMONA
                               Se fosse solo questo...
              IAGO
               Ma è così, vi assicuro. Ascoltate,
                                                                                                       Trombe.
               gli squilli di tromba vi chiamano a cena;
               i messi da Venezia vi attendono.
               Entrate e non piangete più. Andrà tutto bene.
                                                                          Escono Desdemona ed Emilia.
                                                      Entra Roderigo.
               Che c’è, Roderigo?
              RODERIGO
     	
