Page 2317 - Shakespeare - Vol. 2
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EVANS
No, meglio amici che prando, e pietra sopra; e c’è pure un’altra pensata in
zucca mia, che forseforse l’è carca di puoni discernimenti. Ci è drento
l’Annetta Page, la figlia di mastro Tommaso 10 : un pel poccon di verginità.
SLENDER
Chi, la madonna Annetta? L’è una moretta e parla così, cicì, cicì, come fan le
donnette. 11
EVANS
Ah sì, ah sì, “cicì, cicì”! Alla salute sua, ella è proprio così! E ci è settecento
pesoni contanti, più ori e argenti, che le ha intestati il nonnetto sul cataletto
(Domineddio lo conservi ai felici rinascimenti!) quando che la figlietta
scavalca i diciassett’anni. Pella pensata sarìa lassare stare peghe e pisticci e
puntare a un pel parentado fra il qui presente messer Abramo e la madonna
Annetta Page.
SLENDER
Doh ma davvero il nonnetto le ha lasciato settecento pesoni?
EVANS
Gnorsì, e il padre le fa una pella pecunia.
SHALLOW
Io la conosco codesta giovine gentildonna; una dama capitale.
EVANS
Settecento pesoni e più in vista l’è un pel capitale.
SHALLOW
Orsù, andiamo a trovare l’onesto messere Page. Falstaff si trova da lui?
EVANS
Dovrò dirvi pugia? Io disdegno un pugiardo come disdegno uno che dice
pugie, o come disdegno qualcuno che non dice la verità. Il cavaliere Ser John
è da lui; ed io ve ne sconciuro, fatevi governare da chi vi vuol pene. Adesso io
vò a picchiare la porta di messer Page. [Bussa.] Ohù, c’è nessuno qui? Dio