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rappresenta, quella della trasformazione dell’eros in letteratura, con il
doppio utile di garantire al sociale sia la permanenza dell’eros sia la sua
assoluta innocuità, come doveva aver capito perfettamente Eliot quando,
affrontando il mito, lo leggeva già nella sua ultima trasformazione mediale,
il fumetto, a disposizione per le masse:

      Ed ecco Romeo, grand sérieux, che ci viene a seccare,
      Con la chitarra e il cappello in mano, vicino al cancelletto,
      Con Giulietta, nel solito dibattito d’amore,
      Sotto una luna annoiata ma cortese:
      La conversazione langue, lui suona qualche accordo
      Banale, ma io, senza alcuna pietà per il loro destino,
      Con dei servi già pronti dietro il muro, colpisco
      Col pugnale, e la donna si affloscia, svenendo.

Sarà forse per questo che il problema principale di ogni rappresentazione
moderna dell’opera è, paradossalmente rispetto a tutta la tradizione,
quello della centralità dei due amanti, che di fatto vengono spinti sempre
più fuori campo e costretti ad assistere a storie in cui dominano i servi o le
liti da strada, i balli e le balie, i Mercuzi e i frati: non mancherà molto, ne
siamo sicuri, a un Romeo e Giulietta in cui i due amanti saranno riassunti
dalle due statue d’oro erette nel finale, e invece poste lì, sin dall’inizio, ai
due lati del palcoscenico, a dire le trasformazioni successive dell’eros in
arte e, quindi, in merce.

                                                                                                           SILVANO SABBADINI

Bibliografia per «Romeo e Giulietta»

EDIZIONI
La presente traduzione è stata condotta sul testo di Romeo and Juliet
basato sul secondo in-quarto, edito a cura di Brian Gibbons per l’Arden
Shakespeare, Methuen 1980, ed accogliente talvolta le lezioni e le
variazioni del primo in-quarto. Si sono tenute presenti anche le seguenti
edizioni: New Yale, a cura di R. Hosley, New Haven 1954; New Cambridge,
a cura di J. Dover Wilson e G.I. Duthie, Cambridge 1955; Pelican, a cura di
J.E. Hankins, Baltimore 1960; New Penguin, a cura di T.J. Spencer,
Harmondsworth 1967; e la classica New Variorum, a cura di H.H. Furness,
Philadelphia 1971.

TRADUZIONI ITALIANE
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