Page 1985 - Shakespeare - Vol. 1
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stick sta per ‘macellare’, ‘sgozzare’ ma anche ‘trafiggere’, ‘penetrare’ in senso sessuale. Si è
    cercato di rendere con ‘sbatter fuori’ e ‘sbatter dentro’, agganciando il bisticcio all’altro basato su
    pound (‘sterlina’) e to pound (‘chiudere in uno stabbio’ nonché ‘pestare’, ‘tartassare’): ‘un ovile’ /
    ‘uno vile’ (vv. 103-107).

 7 I, i, 111 Il bisticcio è tra nod (‘assentire’ con un cenno del capo) e noddy (colloquialismo
    elisabettiano per ‘sciocco’, ‘babbeo’).

 8 I, i, 118-119 Si equivoca tra i due sensi di to bear (‘portare’ e ‘sopportare’).

 9 I, i, 139 «Assoldato con un soldone» rende il gioco tra testify (‘attesta-re’ la munificenza della
    donna) e testerned (‘gratificato da un tester’: moneta da sei pence, la settima parte di un
    ducato). Le battute clownesche sull’inadeguatezza del compenso le avremo anche in Pene
    d’amor perdute, con Zucca (Costard) che storpia parole culte come “guiderdone” e
    “remunerazione”.

10 I, i, 144 Dal proverbio, «Chi è nato per morire impiccato non finirà mai annegato». Vedi il
    movimento iniziale de La Tempesta, con Gonzalo che inveisce contro il Nostromo: «Se quello là
    non è nato per finir sulla forca, siam proprio messi male!».

11 I, ii, didascalia Siamo nel giardino della casa di Giulia (s’intende, a Verona): lo dicono gli accenni
    alla «ruvida pietra» ed al «vento benigno». Le battute iniziali anticipano la discussione di Porzia e
    Nerissa nel Mercante di Venezia (I, ii) sui pregi e difetti dei pretendenti di Porzia; mentre il motivo
    della missiva che cambia di mano, fonte di emozioni, ritrosie, curiosità, è già presente ne La
    Diana: Felismena e Rosina diventano Giulia e Lucetta. La scena ripropone, in versione femminile,
    il dibattito sull’amore appena avviato da Proteo e Valentino. Come si esprime una genuina
    passione, con reticenza e discrezione o con fervida eloquenza? Le due donne affrontano il tema
    coi luoghi comuni della saggezza gnomica, e poiché questa non è mai a senso unico, a ogni
    proverbio se ne può opporre uno eguale e contrario.

12 I, ii, 68-69 C’è un doppio senso su stomach (‘appetito’ ma anche ‘collera’), meat (‘carne’,
    ‘vivande’) e maid (‘ancella’), la cui pronuncia poteva rendersi omofonica.

13 I, ii, 76 To lie sta per ‘mentire’ nonché ‘giacere’, ‘restare lì’. Letteralmente: ‘Allora lasciala lì, per
    colei cui è destinata’, ma anche ‘Allora lascia pure che menta a colei cui è destinata’. Risposta:
    ‘Non deve restare lì’ e anche ‘non può mentire’.

14 I, ii, 81 sgg. Note è ‘nota musicale’, ‘motivo’ e anche ‘risposta scritta’. To set è ‘mettere in
    musica’ e ‘redigere una missiva’. Quello di Light o’love (sotto) è un motivo sicuramente di gran
    voga: sarà citato anche in Molto rumore per nulla (III, iv) e ne I due nobili cugini (V, iv). Il
    successivo gioco di parole è tra light (‘luce’ e ‘leggero’) e heavy (‘pesante’ e quindi ‘serioso’),
    nonché burden (‘sottofondo musicale’ in chiave di basso, ma anche ‘peso’, ‘fardello’, con forte
    implicazione sessuale). I doppi sensi che seguono son tutti anch’essi imperniati su termini
    musicali: sharp, flat, bass, concord, descant, mean (nel senso di ‘tenore’, ‘nota alta’). Esempio:
    sharp sta per ‘acuminato’, ‘tagliente’, e flat per ‘piatto’, ma in musica i due termini equivalgono
    rispettivamente a ‘diesis’ e ‘bemolle’. Traducendo con «una brutta stecca» si rende anche l’idea
    della verga con cui Lucetta viene percossa (così come «un bell’organo» cerca di rendere
    l’implicazione sessuale di burden) . I bid the base (che gioca con l’omofono bass) è termine
    riferito al gioco di “palla prigioniera” - allora il prigioniero da liberare è Proteo.

15 I, iii, didascalia L’azione ha luogo - sempre, s’intende, a Verona - dopo un non piccolo intervallo:
    «Sedici mesi, più o meno» - dirà Valentino ai Fuorilegge. Il tempo cioè di completare la sua
    educazione di uomo di mondo. Don Antonio compare soltanto in questa scena, né sentiremo più
    parlare di lui: un altro indizio di revisione affrettata o incompleta. Il nome Pantino è probabilmente
    tratto da pantler (qualcosa tra un maggiordomo e un dispensiere) e opportunamente
    italianizzato.

16 I, iii, 27 È il primo di diversi richiami alla corte dell’Imperatore: quella corte imperiale che in
    Euphues è localizzata a Napoli (da cui forse i riferimenti shakespeariani a imbarchi e maree), ma
    che il poeta poteva, volendo, immaginare a Milano, ché nulla vieta a un Imperatore di tener
    corte per qualche tempo anche in questa città, ospite di quel Duca nel cui palazzo si svolge più di
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