Page 235 - Keplero. Una biografia scientifica
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     più avanzati dell’epoca: essi mettono entrambi in evidenza come
                la  quasi  omonima  Epitome  astronomiae  di  Maestlin,  la  cui
                ultima  edizione  è  del  1624,  mantenga  come  schema  celeste
                fondamentale il sistema tolemaico, o come il già citato Dialogo
                di Galilei, del 1632, indichi ancora il sistema di cicli ed epicicli
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                come il miglior metodo per rappresentare i moti planetari .
                   Nell’Epitome           di     Keplero        gli     epicicli,      che      ancora
                nell’Astronomia nova occupavano un ampio spazio se non altro
                come  utili  strumenti  geometrici,  si  sono  invece  dissolti,  come
                pure  non  vi  è  più  traccia  degli  assiomi  aristotelici  sul  moto
                circolare e uniforme. Al centro dell’universo vi è il Sole fisico,
                corporeo, che con la sua forza, interagendo con la caratteristiche
                dei singoli pianeti,  li muove  lungo orbite  ellittiche, delle  quali
                occupa uno dei due fuochi. In particolare colpisce, a partire dal
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                IV  Libro,  esplicitamente  intitolato  alla  fisica  celeste ,  la
                disinvoltura con cui Keplero applica in modo costante la fisica
                all’astronomia,  in  una  interazione  impensabile  per  i  suoi
                contemporanei,  e  per  la  quale  era  già  stato  in  precedenza
                aspramente criticato.
                   Ecco quindi il vero manuale dell’astronomia kepleriana, dove
                ciascuna affermazione è seguita da un elenco delle prove che la
                sostengono e che sono di carattere geometrico e fisico, ma anche
                filosofico, teologico e musicale.
                   Non  dobbiamo  infatti  immaginare  che  Keplero,  ormai
                maturo  e  soddisfatto  della  propria  fisica  celeste,  avesse
                accantonato  quella  cornice  metafisica  in  cui  da  sempre
                immergeva il proprio lavoro. Per esempio, uno spazio notevole
                era ancora riservato al modello del Mysterium, che era stato dato
                di  nuovo  alle  stampe  per  decisione  dell’autore  solo  l’anno





