Page 7 - La verità sul caso di mister Valdemar
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America che potessero ragionevolmente intervenire. Gli
           esposi in modo franco la cosa, e, con mia meraviglia,
           egli sembrò interessarvisi vivamente. Dico con meravi-
           glia, perché, sebbene egli avesse prestato liberamente la
           sua persona ai miei esperimenti, pure non aveva mai
           manifestato alcun segno d’interesse in quello che face-
           vo.
              La sua malattia era di quelle che ammettono un calco-
           lo preciso del tempo del loro termine; fu infine stabilito
           fra noi che mi avrebbe mandato a chiamare ventiquattro
           ore prima del tempo fissato dai medici per la sua morte.
              Ed ecco, un giorno, più di sette mesi fa, ricevetti, dal
           signor Valdemar medesimo, questo biglietto:


           “Mio caro P.,
           Potete venire anche subito. D. e F. sono d’accordo nel
           dire che non passerò la mezzanotte di domani,e io credo
           che abbiano calcolato molto vicino al vero.
                                                               Valdemar”

              Ricevetti questo biglietto mezz’ora dopo che era stato
           scritto e non impiegai più di quindici minuti per trovar-
           mi nella camera del moribondo.
              Non l’avevo visto da dieci giorni, e fui spaventato
           dalla terribile alterazione che si era prodotta in lui in
           quel breve intervallo. Aveva il viso colore di piombo, gli
           occhi spenti, era dimagrito al punto che gli zigomi fora-
           vano la pelle. L’espettorazione era eccessiva, il polso
           appena   sensibile.   Ciò   nondimeno   serbava   in   modo




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